Insieme al nuovo anno arriverà una boccata di ossigeno per le casse dello Stato e dei Centri di Revisione ma, al contempo, un’amara sorpresa per gli automobilisti italiani. Su questi ultimi, infatti, a partire dal 2021, oltre alle storiche accise sui carburanti, al bollo auto e alle altre varie spese (come tasse, imposte, ecc.) graverà anche un aumento del 22% del costo della revisione dei veicoli a motore (esclusi, per il momento, i mezzi pesanti).
A stabilirlo un emendamento alla Manovra (compreso nel DL Rilancio) firmato da tutte le forze politiche presenti in Parlamento e approvato dalla Commissione Bilancio della Camera.
Quanto costa con l’aumento
La tariffa della revisione auto (e moto), dunque, costerà circa 10 euro di più passando dai 66,88 euro attuali a 79,02 euro (inclusi Iva, diritti di motorizzazione e il corrispettivo del servizio di versamento postale).
In pochi esenti tramite il momentaneo “Bonus veicoli sicuri”
Inoltre, la norma introduce anche il cosiddetto “bonus veicoli sicuri”:
- dal valore pari al suddetto aumento (per l’esattezza 9,95 euro);
- destinato a chi sottoporrà il proprio mezzo di trasporto a revisione tra il 2021 e il 2023;
- ma valido una sola volta e per un solo veicolo (nel caso in cui si possiedano più auto o motocicli).
Di conseguenza solo pochi automobilisti (circa 402 mila su 17,2 milioni) potranno accedere al buono.
Le reazioni
Ed è proprio su tal ammortizzazione statale, piuttosto relativa, che si sono scatenate le principali polemiche:
- sia da parte dei diretti interessati che si son sentiti ulteriormente vessati in un periodo di piena crisi economica come quello attuale;
- sia da parte della Codacons scesa in campo in difesa della categoria colpita.